Se il 2022 si è concluso con numeri tutto sommato non preoccupanti, a suscitare incertezza c’è un nuovo anno partito con un carico di incognite e di variabili che non dipendono da dinamiche strettamente legate al settore. Per il settore rappresentato da Fespa i primi mesi del 2023 segnano una forte preoccupazione inerente ai costi energetici. Soprattutto per le aziende orientate alle applicazioni speciali e industriali. Il trend della domanda è positivo e caratterizzato da richieste sempre più orientate all’innovazione e alla qualità. Intervista a Nicola Posarelli, presidente di FESPA Italia.
Di Achille Perego | su Il Poligrafico 213
Qual è il bilancio 2022 che si può stilare per il settore rappresentato da Fespa?
Fespa rappresenta un settore composto da chi sviluppa soluzioni e applicazioni per il mercato che nel tempo è stato definito e identificato come settore della “stampa specialistica”. Cioè di quelle tipologie di produzioni stampate che non fanno parte delle grandi macro-categorie come il mercato editoriale o quello del packaging o del direct mail. Fespa rappresenta l’Industry che si occupa di stampa destinata al settore della visual communication, del mondo degli allestimenti, della stampa industriale su materiali più variegati, della stampa per interior decoration, del decorative, del tessile. Una serie di mercati e applicazioni storicamente abbinati alle tecnologie serigrafiche e tampografiche, oggi integrate con soluzioni di stampa digitale, per lo più con tecnologia inkjet. Uno dei mercati importanti per il nostro settore è da sempre quello delle fiere, della comunicazione da esterno e interno dei negozi, ed è chiaro che il periodo della pandemia ha influito pesantemente sull’andamento del nostro mercato. Ecco quindi che il 2022, con l’uscita definitiva dalle restrizioni da Covid-19, è stato un anno di ripresa e segnato da punti positivi. Purtroppo, questa positività ha dovuto fare i conti con l’altro “male” del periodo, ovvero l’aumento imprevedibile del costo delle materie prime e spesso la mancanza stessa di queste ultime, che ha rallentato quella che avrebbe potuto essere una ripresa decisa e convinta.
Chi è andato meglio e chi peggio?
Qui, a mio parere, occorre fare una distinzione. Si potrebbe interpretare la domanda valutando quali segmenti applicativi sono andati meglio degli altri, oppure ragionare sulle necessità che hanno le imprese del nostro settore industriale per ottenere risultati positivi nel mercato in cui si trovano. Sul primo punto abbiamo di certo osservato una ripresa della produzione in quei settori che la pandemia aveva fortemente limitato (il fieristico per primo). Sul secondo punto dobbiamo invece fare una considerazione rispetto al modo con cui le aziende serigrafiche e di stampa digitale (il mondo Fespa) hanno affrontato il cambiamento della domanda che già da qualche anno era emergente e che gli ultimi due anni ha ulteriormente accelerato. La capacità di gestire e proporre soluzioni “sostenibili” è il mantra vero oggi. Collegato alle richieste che arrivano direttamente dai clienti, certamente spinti da un comportamento del consumatore finale che non fatica a essere messo in evidenza grazie ai social o alle iniziative ambientaliste degli ultimi tempi. Capacità di gestire richieste nuove, capacità di gestirle ‘immediatamente’, capacità di avere un modello di business molto più orientato al servizio e non alla semplice produzione. Sono queste le caratteristiche delle imprese a cui “sta andando meglio”.
Quali sono i trend delle tipologie di stampa?
I trend sono un buon modo per interpretare i cambiamenti e individuare nuovi punti di equilibrio del mercato e di conseguenza dell’offerta di soluzioni e prodotti. Possiamo certamente confermare che il trend delle tecnologie di stampa digitale è quello che segna i principali passi di innovazione nei nostri mercati. Ma il trend indica una tendenza, che non deve far dimenticare l’importanza che la stampa serigrafica ha comunque anche oggi nel panorama tecnologico e dei volumi di applicazioni di stampa. In generale il trend è quello della ricerca di soluzioni ad impatto ambientale minimo, sostenibili sia nel vero e proprio processo di stampa, sia nell’intero ciclo di vita del prodotto che andiamo a stampare. Il vero trend quindi è la necessità di “certificare” non solo la qualità di stampa ma anche la sostenibilità del prodotto e processo per tutte le tecnologie utilizzate. Perché al cliente interessa avere certezze di qualità e di sostenibilità.
Quali sono le previsioni per il 2023?
I primi mesi segnano una forte preoccupazione inerente ai costi energetici. Soprattutto per quella parte delle nostre aziende più orientate alle applicazioni speciali e industriali. Aziende energivore, quindi molto colpite dalle bollette impazzite degli ultimi mesi. Sembrerebbe vedersi uno spiraglio di luce ma è certamente uno dei temi che preoccupa l’imprenditore del nostro settore. Dal punto di vista della domanda, invece, pensiamo che si potrà assistere a un trend positivo, caratterizzato però da richieste sempre più orientate all’innovazione e alla qualità. Questo sia per le applicazioni destinate al mondo consumer o commerciale, sia per quello industriale. Molte delle nostre aziende hanno utilizzato la fase del calo di domanda e produzione (quello della pandemia), per affrontare progetti interni di razionalizzazione, diversificazione, strutturazione. Un percorso che ha portato innovazione non solo tecnologica ma anche di processo e gestione all’interno delle aziende. La strategia è quindi quella di proseguire in questo percorso di trasformazione manageriale dell’impresa che, soprattutto per il nostro segmento, non può fare a meno di quel pizzico di artigianalità che ci fa eccellere e contraddistinguere nel mondo ma che non può più permettere lo sviluppo dell’impresa se non accompagnato da una gestione manageriale e finanziaria adeguate.
Quale può essere il ruolo delle politiche industriali del governo e del Pnrr nel favorire lo sviluppo del settore?
Il ruolo di chi ha il doppio ruolo di dettare norme e leggi e di sviluppare azioni per sostenere lo sviluppo dell’economia del Paese non può che essere fondamentale. L’augurio è che ci sia un bilanciamento tra i due ruoli. Lo sviluppo e l’impegno delle imprese si ottiene e massimizza se si evitano lacci e lacciuoli. Ma d’altra parte servono paletti e regole per incanalare al meglio le risorse perché facciano da effetto moltiplicatore. Spero che su questo tema del “bilanciamento di interessi” si possano trovare stimoli e idee per utilizzare al meglio la disponibilità di risorse messe in campo dal Pnrr. Noi, come imprenditori e aziende del settore della stampa specialistica, siamo pronti a sviluppare soluzioni sempre più speciali. E sempre più coerenti con le linee guida sulla sostenibilità e dell’efficienza.
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